Alla morte del padre sceneggiatore (di film di basso livello), il figlio Davide (pubblicitario suo malgrado col pallino della scrittura e dipendente da psicofarmaci) si mette alla ricerca del libro che il genitore stava scrivendo, sollecitato da un’editrice americana.
Davide completa l’opera (che si rivela un successo), riabilitando la figura del padre ma pagando in prima persona un carissimo prezzo.
Passioni, frustrazioni, intrighi e ombre su e giù tra Milano e Roma e niente sapori profumi colori e soprattutto niente calore della terra emiliana: Un ragazzo d’oro è lento, non coinvolge, si segue a fatica (guardando spesso l’orologio: brutto segno!) e la nota più stonata di molte altre è Sharon Stone.