Incompresa, regia di Asia Argento

di

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Asia Argento mette in scena – ispirandosi alla sua – la storia di Aria, sballottata a nove anni dalla casa della madre – pianista molto dedita agli uomini – a quella del padre – nevrotico, fobico nonché famoso attore cane -. E in questo caos quotidiano al quale vanno aggiunte anche due sorellastre scombinate l’incompresa Aria cerca di cavarsela, senza cedere alle paure e alla disperazione.

Il film – ambientato nella Roma degli anni ottanta – è esagerato, concitato, urlato, irrisolto, imperfetto e anche respingente ma allo stesso tempo sprigiona una vitalità e un’energia che attraggono. E poi Asia Argento ha il senso del cinema, sa girare, sa montare e sa scegliere gli attori, su tutti Giulia Salerno – l’Incompresa deltitolo – empatica e luminosa presenza. E infine – tornando per un momento all’ultimo festival di Cannes, dove entrambe le registe erano presenti, in due sezioni differenti – Incompresa batte di gran lunga il sopravvalutato Le meraviglie di Alice Rohrwacher, poco meno di due ore di noia e sbadigli.

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