Dopo un lungo viaggio in macchina Antonio arriva assieme al suo bambino – che ha un tumore al cervello – in un ospedale del Nord: l’interminabile attesa dell’operazione, la lontananza da casa, la paura, la speranza, la convivenza con gli altri parenti, la solitudine, l’incontro/scontro con Jaber – un ragazzo arrivato dal Nord Africa, amico di un paziente in attesa -, il pregiudizio, la diffidenza, il sentirsi corpi estranei ma uniti dal dolore e costretti a confrontarsi, l’apertura finale: Mirko Locatelli racconta con pudore, maturità e rigore estremi e il film – dove i dialoghi sono ridotti all’osso – si rivela necessario oltreché vero, coinvolge e trascina il pubblico senza la retorica della sofferenza e senza puntare alle lacrime e Filippo Timi si cala nel ruolo di Antonio – un papà tenero, introverso, scontroso e inquieto che esprime la disperazione più con gli sguardi che con le parole – in modo davvero magnifico.
Fino al 16 aprile I corpi estranei è in programmazione al cinema Mexico, via Savona 57 (www.cinemamexico.it).