Il quarantenne Paolo Bressan vive e beve in un paese della provincia friulana, è divorziato, scostumato, antipatico, egoista e bugiardo e lavora senza voglia in una mensa per anziani.
Un bel giorno riceve in eredità da una zia slovena forse mai conosciuta un nipote di sedici anni occhialuto e per niente scemo: la convivenza parte male e continua peggio, ma poi darà un senso alla vita di Paolo fino ad allora inconcludente, chiamandolo a fare i conti con i suoi sentimenti e con quelli verso gli altri. Scorrono litri di vino e una buona dose di ironia e divertimento nell’esordio alla regia di Matteo Oleotto che affronta temi e problematiche con toni leggeri e in modo originale.
Giuseppe Battiston è molto in parte nel ruolo di Paolo Bressan, sono bravi gli altri interpreti e c’è da augurarsi che Zoran il mio nipote scemo – vincitore della Settimana della Critica all’ultima edizione del Festival di Venezia – vinca anche nelle sale.