C’era una volta il Naviglio scoperto…

di

copertura navigli

Avviata nel 1929 e completata l’anno seguente, la copertura del Naviglio rappresentò un intervento decisivo per le sorti della città, che mise così la parola fine alla sua millenaria dimensione di città acquatica. Il piano regolatore degli anni ’20 incarnava alla perfezione la spinta verso il cambiamento e la modernità che l’ideologia fascista aveva eretto a monumento. La sua incidenza non si rivelò soltanto sulle ristrutturazioni urbanistiche che portarono alla creazione di Via Albricci e di Corso Matteotti e alla demolizione della splendida galleria de Cristoforis. L’aspetto forse più rilevante fu rappresentato proprio dalla decisione di interrare il Naviglio, stravolgendo il profilo stesso del centro cittadino. La città d’acqua – unico caso al mondo – doveva trasformarsi, il Naviglio doveva esser cancellato lasciando il posto al futuro che aveva il volto – all’epoca assai rassicurante – dei veicoli a motore e dell’asfalto. Nella foto l’obiettivo inquadra i lavori di copertura in prossimità del ponte di Porta Romana, dal quale non è ancora stata asportata la statua di S. Giovanni Nepomuceno, la cui testa sbuca oltre le palizzate dei lavori che fervono. Patrono degli annegati e degli ubriachi, il San Giovanni è oggi conservato a Villa Clerici a Niguarda. Sulla sinistra fa bella mostra di sé l’insegna della storica farmacia Foglia.

Stefano Galli è curatore della mostra “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” che si terra a Palazzo Morando dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014.

© Archivio Ottica Chierichetti, Milano

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