Via Chopin

di

videogiochi

La notizia è forte: la sala giochi di via Chopin chiude i battenti per scarsa attività.

I cittadini si congratulano, è la vittoria della determinazione civica sull’arroganza infestante di questi insediamenti che generano  il nuovo rischio della ludopatia : c’è chi si gioca lo stipendo o la pensione, con esiti drammatici per la stabilità di singoli e famiglie.

Un anno fa, i cittadini sono stati impotenti di fronte all’apertura, l’attuale legislazione nei fatti vanifica le azioni di contrasto, ma in via Chopin, quartiere Fatima, lungo la via Ripamonti, non si sono certo dati per vinti. Hanno attivato una raccolta firme – 1800 – e organizzato una partecipatissima fiaccolata a febbraio 2012 , sfidando il rigore di una sera a -4°c, con i genitori delle due scuole del quartiere, la parrocchia e l’associazione dei commercianti del Vigentino, e il sostegno delle forze dell’ordine. Il Consiglio di Zona 5 ha fatto la sua parte e il caso di via Chopin è diventato oggetto di una interrogazione parlamentare.

La prevenzione è indispensabile per contrastare questa nuova piaga sociale (trend in nettissima crescita),  ci vuole una informazione diffusa a tutti  i livelli, contro la seduzione del gioco e la prevedibile deriva, ma questa vicenda assegna ai cittadini il compito di una vigilanza incisiva e di una mobilitazione spontanea, due formidabili “armi” civiche per non arrendersi anche quando il quadro generale non è favorevole.

Questa volta vince la gente di buona volontà-  che soddisfazione passare davanti alla sarcinesca chiusa e dirsi:  “no clienti, no videolottery”. Tiè.

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