Quando interrogo il mistero del tempo non trovo mai risposte
Sono sempre in ritardo o troppo in anticipo? Chi ha deciso cosa?
Perché siamo diventati così inutilmente competitivi nei confronti del tempo?
Per consolarmi rileggo questo brano di Qohelet, un saggio vissuto verso la fine del III secolo a.C.
Solo in questo moto oscillatorio, come su un’altalena, trovo risposte, e pace
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace (Qo 3,2-8).
Il tempo è molto lento per coloro che aspettano.
Molto veloce per coloro che hanno paura.
Molto lungo per chi si lamenta.
Molto breve per quelli che festeggiano.
Ma, per tutti quelli che si amano, il tempo è eternità.
William Shakespeare
Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere.
Teofrasto, in Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III sec.
Più che il tempo
a essere misteriosa e meravigliosa è la figura di Qohèlet che a lungo ho pensato fosse mia nonna perchè era solita dire
“TEMPO AL TEMPO”.
Come è divertente leggervi.