Alice Munro è, con Margaret Atwood, fra le più celebri scrittrici canadesi ed è soprattutto nota come autrice di splendidi racconti. “Chi ti credi di essere” (Einaudi), è invece un romanzo (pubblicato in Canada nel 1977), scritto come se fosse una raccolta di racconti che narrano la formazione di un unico personaggio, Rose, dall’infanzia in una povera cittadina dell’Ontario, fino alla sua carriera di attrice a Toronto.
L’infanzia misera con una formidabile matrigna Flo, amata e odiata, e un padre debole e nello stesso tempo violento, rendono Rose, avida lettrice, a ribellarsi e a cercare, attraverso la cultura, una fuga verso una vita migliore, che la riscatti dall’indigenza e la volgarità.
Riuscirà nel suo intento, ma rimarrà sola, malgrado i numerosi amori e il matrimonio con un ricco dottorando di Storia, conosciuto all’Università. Anche la saggia figlia Anna, dopo la separazione dal marito, convive brevemente con la madre, ma la sua vita un po’ raminga e disordinatala, la induce a tornare dal padre, che si è risposato e vive agiatamente. L’amore per la vita e l’illusione di un amore ricambiato e stabile, fanno commettere a Rose molti errori e quando, donna matura torna alla povera casa, per convincere la vecchia matrigna ad andare in una casa di riposo, ripensa al suo passato e si rende conto che, forse, l’unico uomo che avrebbe potuto amare era morto e che forse era stato un errore fuggire da quel luogo.
“Chi ti credi di essere” è un libro amaro, appassionante e divertente, scritto magistralmente da un’autrice di qualità.
Corro a comprarlo.