Inspiegabilmente passando attraverso le maglie della rete censoria fascista, negli ultimi anni Trenta apparve in Italia, stampato da Bompiani, il romanzo La condizione umana di Andre´ Malraux, scrittore dichiaratamente antifascista che oltretutto aveva comandato una squadriglia &ælig;rea durante la guerra di Spagna combattendo dalla parte dei « rossi ».Ma questo nel risvolto di copertina non poteva essere scritto. Il romanzo era ambientato a Shanghai nel corso degli scontri tra i comunisti cinesi e gli uomini del generale Chiang Kai-shek. A me capito` tra le mani nel 1942, in piena guerra, e non sapevo nulla dell’autore. Dovevo ancora compiere diciassette anni, ma avevo gia` sulle spalle un carico di buone letture.
Ero, in un certo senso, vaccinato. Eppure la lettura di quel romanzo mi sconvolse al punto tale da rendermi febbricitante. Ricordo di averlo letto tre volte di seguito. Mi diede una piu` chiara visione del mondo, mi fece crescere, costrinse il mio cervello a ragionare in un modo diverso da quanto avesse fatto sino a quell’incontro. Soprattutto mi fece capire che i comunisti non erano quegli esseri feroci, stupidi e crudeli, rappresentati dalla propaganda fascista, ma che erano forse piu` uomini degli altri. E questo per me, da allora in poi, significo` molto. E poi m’insegno` che la liberta` si conquista e si afferma con l’azione. Insegnamento fondamentale per un diciassettenne.
pubblicato per gentile concessione di Longanesi, tratto da I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori, a cura di Romano Montroni.