Però anche i padri… Ecco quello di Sylvia Plath

di

Non mi vai più, no, | non mi vai più, scarpa nera, | in cui per trent’anni ho vissuto | come un piede, povera e bianca, | senza osare respiro o starnuto. | | Ho dovuto ucciderti, papà. | Sei morto prima che avessi il tempo—- || Pesante come marmo, otre pieno di Dio, | orrida statua con un alluce grigio, | grosso come una foca di Frisco | . . . . . | Pregavo per riaverti, un tempo. | Ach, du. | . . . . . . . . | Mi hai sempre fatto paura, tu, | con la tua Luftwaffe, il tuo ostrogoto, | il tuo baffetto ben curato, | l’occhio ariano, così blu. | Uomo-panzer, uomo-panzer, ah, tu——- |. . . . . . . | sei sempre l’uomo nero che | azzannò e squarciò in due il mio cuore rosso.

 

tratto dal bel sito http://www.sylviaplath.altervista.org/index.html

3 pensieri su “Però anche i padri… Ecco quello di Sylvia Plath

  1. manu52

    Mio papà era un brutto piacione,molto simpatico, che infatti aveva conquistato una bella noiosa come mia madre. Un uomo di pochi studi e di grande cultura,senza che in ciò ci fosse contraddizione. Un gran signore,molto semplice,molto amato da tutti,che ho capito solo quando mi è mancato.

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