Giocando nel cortile a nascondino

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Nessuno ha voglia di raccontare la normalità del Sud, facendo vibrare le corde del sentimento. Nessuno osa più parlarne in termini di psicologia morale. Ed ecco, che appena avevo cercato di descrivere il mondo che io stessa avevo conosciuto da bambina, col recondito intento di capire come mai certi principi e valori nei quali ero cresciuta e ai quali ero stata abituata, avessero finito per essere calpestatia tal punto da finire cancellati nel loro esatto contrario, e cioè nel trionfo di Gomorra, nel regno della violenza senza regole e dell’abuso sistematico, nel dominio incontrastato della crimi- nalità organizzata, trasformando il paradiso della mia infanzia in un luogo osceno, abietto, dal quale fuggire, salvo farne una specie di immensa cloaca abbandonata, pronta ormai ad acco- gliere soltanto gli escrementi di un Cetto Laqualunque o i lazzi antisudisti di Camillo Langone, i lettori più sensibili volevano saperne di più. Riscoprivano non solo una curiosità, ma una passione, forse addirittura un orgoglio per quella terra incogni- ta e remota. Cercavano di capire, di ritrovare una prospettiva, forse perché intuivano che se davvero si vuole cambiare qualco- sa al Sud, bisogna innanzitutto cominciare a cambiare se stessi, a partire dal modo di pensare se stessi. Molti, e io fra questi, sono convinti oggi che il Sud non sia un problema, ma una risorsa. Il Nord è saturo e se dobbiamo puntare sulla crescita, dobbiamo puntare al Sud, dove esiste la materia prima, e cioè la materia grigia, per la crescita di un’economia postindustriale, fondata sull’alta innovazione tecnologica e la valorizzazione del capitale umano. A Sud infatti, ci sono ancora le teste, c’è la demografia, c’è l’energia vitale e soprattutto c’è la fame. Allora, criminalità a parte, il vero problema, forse, è una questione mentale e sta nel modo di pensare se stessi: è la mancanza di autostima, la scarsa cura di sé che nasce dall’assenza di fiducia in se stessi e sfibra il Sud sino all’avvilimento. Un male al quale non è impossibile rimediare.
 

3 pensieri su “Giocando nel cortile a nascondino

  1. man

    Marina Valensise, ho letto l’articolo dedicatole da A. Cazzullo sul Corriere di qualche giorno fa, che mi ha subito suscitato il desiderio di leggere il suo libro “Il sole sorge a Sud”. Abito a nord di Reggio C., a Bagnara, non sono calabrese se non per matrimonio. Sono nata in Centro, vissuta al Nord ed ora da anni qui in Calabria. Le tematiche del Sud mi appassionano molto, tematiche numerose, articolate. Mi piacerebbe molto poterla incontrare, magari a Reggio se dovesse venire a presentare il suo libro. Pensa che potrebbe essere possibile? La saluto con stima.

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  2. man

    Ieri a Reggio ho comprato “Il sole sorge a Sud” e ho incominciato subito a leggerlo: sì, Lina, è proprio bello e per me che vivo qui è veramente interessante. Il mio desiderio più vivo adesso è poter approfondire alcune delle tematiche trattate (tutte forse sarebbe troppo!).

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