Mercoledì 13 novembre, 16.35
Porca miseria mi scoccia arrivare in ritardo, eccolo lì
“Buonasera, mi scusi..”
non solo non si è rattrappito, ma sta molto meglio di prima, non più sul punto di scoppiare ma neanche scoppiato, direi che ci ha guadagnato, i capelli un po’ lunghi, la barba pure, ben curata, le dita intrecciate su un bel bastone da passeggiata in montagna, una vistosa tremarella alla mano che contrasta con uno sguardo molto fermo, in attesa, nessun cenno di ripiegamento, nessuna particolare emozione nel vedermi, chissà che vuole?
“Una camomilla, grazie” chiedo, ha già bevuto una coca cola, deve essere lì da un po’.
“La trovo bene, sa?” -non sono cosa da dire agli infartati ma mi esce così, mi guarda un po’ stranito – che cosa mi racconta?”
“Come le dicevo..” –taglia decisamente corto sugli accidenti, gli chiedo del lavoro e scopro che non è in pensione forzata ma che ha fatto causa all’azienda dove lavorava, dalla sorpresa smarrisco il filo del discorso e lo riacchiappo a questo punto:
“…una donna di colore che si occupava di mia madre, io ho perso letteralmente la testa per questa donna..”
La sorpresa mi fa di nuovo perdere il filo, il pensiero corre su tre strade diverse:
1.ma allora non è a pezzi per l’ictus
2.ma allora perchè dice che è depresso?
3.ma io che cosa ci faccio qui?
“…un’estate pazzesca, se non ci hanno arrestato per oltraggio al pudore è stato un miracolo….”
(Ma come e l’ictus? E l’infarto? Di nuovo black out. Che cosa dice adesso?)
“..una ninfomane, alcolizzata, ladra..”
(aaaaaha, ecco, l’ha lasciata)
“…ho fatto la follia di dirlo a mia moglie…”
(aaahhaaa, ecco, la moglie l’ha lasciato e lui si è depresso)
“…sono disperato, non riesco più a trovarla, è la mia unica ragione di vita…”
(ecco, ho trovato la depressione ma ho riperso il resto, starà parlando della moglie).
Gattoni tace. Guarda nel vuoto. Chiedo timidamente:
“E quanto tempo è che non la vede?”
“Chi?” fa in un soffio
“Sua moglie” dico col mento
“Mia moglie la vedo tutte le mattine” dichiara tra lo sbigottito e il seccato, io perdo tutti i fili ed entro in uno stato preconfusionale, lui riattacca a parlare
“…perchè avevo già avuto delle storie ma non gliele ho mai raccontate, adesso mi rende la vita impossibile…”
Sono nel pallone più totale, quando, mettendo assieme i pezzi, capisco che quella che lui vuole non è la moglie bensì la ninfomane alcolizzata ladra lo guardo a bocca aperta. Mi è rimasta solo una domanda senza risposta: “io che cosa ci faccio qui?”
riattacca:
“..il prossimo week end faccio una trasferta a Carugate, ho avuto una segnalazione, vado a vedere se la trovo lì..”
(ecco, adesso mi chiede di accompagnarlo)
“..se la trovo le apro un ristorante bar somalo..”
(ecco, adesso mi chiede di fare l’ufficio stampa al ristorante bar somalo)
“… ma come farò a mantenere due famiglie?”
(ecco, adesso mi chiede un prestito)
“Signor Gattoni io devo scappare, CHE COSA POSSO FARE PER LEI?”
“Ma niente cara – grande risata – che cosa vuole fare? Mi ha fatto piacere rivederla, tante belle cose e a rivederci”
e così sparisce il Gattoni, ringhiottito dalla città, come la sua primula nera.
Non so se la storia è vera o meno. E’ scritta benissimo. C’è ritmo e i personaggi sono ben disegnati! Complimenti!
geniale e catartico!