Martedì, 12 novembre.
“E’ Ludovica?”
“seee, con chi parlo?”
“Sono Gattoni”
Frugo nella testa e trovo, dieci anni fa, un signor Gattoni, conosciuto probabilmente nell’agenzia di mia madre, che fa da tramite tra me e una grande tipografia per la stampa della mia prima guida per Casaviva.
E’ un omone che sembra sempre sul punto di scoppiare, occupa tutto l’ufficio con la voce e con le mani. Però è gentile e corretto e poi mi fa risparmiare un sacco di chilometri. Avrà cinquant’anni, apprezzo che mi tratti come un cliente qualsiasi, fregandosene dei trent’anni che ci separano.
“Mi ricordo, mi ricordo, come sta Signor Gattoni?”
“Ho visto l’articolo che parla di lei sul Vivimilano…” (fa lui il ripasso): “si è sposata, ha avuto un bambino, il lavoro va bene…”
“già…e lei come sta?”
“nsomma, ho avuto un infarto e un ictus (acccc, me l’hanno detto di non chiedere mai “come sta” così, senza sapere dove si va a parare)
“Accidenti, deve avere una bella fibra per essere..ehm, bè, cioè..”
“In effetti anche i medici dicono che sono una specie di miracolo..”
“E che cosa fa di bello?”
“Niente, sono in pensione forzata, sono in profonda depressione..”
Eccheppalle, ma tutte a me e adesso che cosa gli dico che di depressione ho appena fatto il pieno e perchè mi ha chiamato ecccheppalle, lui riprende:
“Senta quando posso venire a trovarla?”
“NO, cioè, non è che ho proprio un ufficio, cioè è la casa della mia socia, sa la recessione, la guerra del golfo, nel senso che mi muovo io volentieri, magari un giorno..”
“La posso venire a prendere io..”
“NO (oddio) cioè, ora che ci penso, le va bene domani da Cucchi? E’ una vecchia Pasticceria, bè non nel senso di vecchio (invece sì che ideona, così fanè, l’ideale per un depresso, accidenti) ho un appuntamento lì dietro alle cinque, si potrebbe fare che so, alle quattro e mezza?
“Va bene a rivederci”
Eccheppppalle e ora? E dovrò trovargli un lavorino poverino. E se è diventato piccolo piccolo? E se piange? Ma la strizzacervelli non aveva detto di finirla col buonismo? Va bene prima sento che cosa vuole maccccheppppalle… continua
Continua Ludo! Inoltre, si può scrivere “ecchepppalle” nel sito della Sotis?! Ops
Eccheppalle per chi ha avuto anche un ictus,non mi sembra così politically correct. Forse anche la signora Sotis avrebbe da eccepire?
Per quel che ne ho capito io, “ecchepppalle” è il retro-pensiero della Ludo..correggetemi se ho frainteso.
P.S. conoscendo la Ludo però sono sicura che nelle prossime puntate si ravvederà. Come dire: la prima reazione è quella spontanea ma non è detto che sia sempre quella giusta.
Forse sarebbe stato meglio un “ossignur”, leggermente più caritatevole?
allora. ecpll (crasi dell’espressione mal ton di cui sopra) non vuole offendere chi è stato offeso da un ictus, ci mancherebbe (se poi tutti ne uscissero come il signor gattoni o jill bolte taylor, della quale ho appena letto “la scoperta del giardino della mente”, saremmo tutti più contenti), ecpll è un mugugno che brontola dall’animo quando dici sì anzichè dire no. questa cosa mi capita trecentosedicimilavolte all’anno e quindi: ECPLL,ECPLL,ECPLL. oh. che poi dico comunque di sì a tutti, e quindi mi assolvo: mal nella forma, bon nella sostanza. ma vedrete cosa nascondeva quella vecchia volpe di gattoni..altro che ictus
E’ veramente brava a scrivere Ludo vero? Vronskj, sai che no. Mi giudichi male?
Non giudico nessuno,Lina,lungi da me. Ma non era il termine a lasciarmi perplesso,siamo uomini di mondo,anche se no abbiamo fatto ill militare a Cuneo,come Totò. Non mi sembrava una reazione opportuna quella di Ludovica,sapendo che il signore aveva subito un ‘disguido tecnico’ grave come un ictus. Ma lo so,anche io sono d’antan.