vestiti di libri

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Ho appena sentito alla radio la notizia del ritrovamento in Inghilterra della biblioteca di Eleonora Duse. Lei considerava i libri “il mio guardaroba artistico”, definizione interessante: siamo e sembriamo davvero quello che leggiamo? Nella mostra temporanea ora in corso alla Collezione Guggenheim di Venezia mi ha colpito un’opera curiosa, il ritratto del marito della collezionista ovvero una teca di plexiglass piena dei suoi oggetti personali: tra lucido da scarpe, cravatte e sigari emergono le sue amate e sudate/studiate edizioni della Commedia di Dante. C’è un libro che indossate e che vi rappresenta?

6 pensieri su “vestiti di libri

  1. orckidia

    Ma sai che è curioso questo tuo post Liqui? Mi piace, e sarebbe interessante ampliarlo con tanti commenti… Di mio però vorrei dire che i libri che leggo non mi rappresentano. Li scelgo per soddisfare curiosità, o solo per la voglia di approfondire alcuni argomenti, o anche solo per distrarmi. Un libro ironico, un romanzo, un fantastico, o la storia vera, non li indosso, ma entro in altri mondi a me sconosciuti. Cerco anche di trattenere nozioni, hemmm, cerco… ;)))

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  2. Ancamali

    che bella la frase della Duse. Un libro da indossare….che fantastica idea…..beh …io come manu dico “Lessico Famigliare”….letto e riletto con infinito piacere milioni di volte :-))
    ciao

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  3. cremecaramello

    @Liquirizia anck’io opto per Heidi, la Pimpa ecc. un’aria di freschezza che alleggerisce anche letture impegnative, io ci metto anche Esopo e Trilussa che trovo sstrepitosi oltre che attualissimi. Sono d’accordo con la Duse, ed essendo camaleontica, amo cambiare e mischiare le letture più diverse, mi vestirei di libri a strati artisticii!CC

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