E’ un libro che si può gustare sdraiati su un prato in montagna o accarezzati dalla magica brezza che si alza talvolta dal mare, mentre sotto un ombrellone ci si concede una prolungata lettura sulla riva del mare. “Parla, ricordo” del grande Vladimir Nabokov (edito da Adelphi) è un libro incantevole, tradotto con cura e perizia da Anna Raffetto, che vi porterà a rivivere gli anni felici della fanciullezza e della giovinezza dell’autore nella Russia prerivoluzionaria, fra ville di campagna innevate e luci artiche di quella che oggi è tornata a chiamarsi San Pietroburgo. Viaggerete con il giovane Vladimir sui favolosi e fastosi treni che collegavano la Russia alla Francia, a Parigi, ma anche al Sud, verso la mitica meta balneare dell’epoca, Biarritz. Un’autobiografia raccontata con la magia dell’entomologo, quale fu per tutta la vita l’autore di “Lolita”, che non si separava mai dal suo retino di appassionato cacciatore di farfalle rare. Una prosa finemente cesellata, alla quale non sfugge nessun particolare, in un racconto che si srotola sul filo della memoria, da cui riemergono vividi i ritratti di parenti, di una sequela di governanti e istitutori, di fanciulli, di cani, di interni di case, ovattati e eleganti, di passeggiate, al riparo di una calda pelliccia, su slitte trainate da cavalli e di meravigliosi p&ælig;saggi. Il racconto prosegue rievocando gli anni dell’esilio fino all’apparizione “dello splendido” fumaiolo della nave che avrebbe condotto Nabokov verso l’America nel 1940.