STORIA DI PANCIA 6 – La prova generale

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Ieri ho fatto la PROVA GENERALE. Ho sentito, mentre dall’ufficio andavamo verso la macchina, un forte male all’addome, in alto. Poi ancora ed ancora a distanza di dieci minuti. Mi è venuto il panico, volevo andare a casa, prendere tempo, concentrarmi, ma pensavo pure che, se fosse stato il momento giusto, ci sarebbe voluto troppo tempo per tornare in ospedale. Così ci siamo diretti verso Niguarda col fiato sospeso, Gian era agitatissimo. Io sentivo una specie di tremolio ed ero fuori dalla grazia di Dio perché non avevo la borsa con tutto il necessario per la degenza. Era già sera. Siamo entrati dal pronto soccorso e a quel punto non avevo più neanche l’ombra di una contrazione. Ero anche un po’ euforica; dovevo avere un’aria poco credibile quando annunciai al medico dell’accettazione: sto partorendo! Un infermiere mi portò in macchina fino al reparto e mi consegnò all’ostetrica di turno. Appena varcata la soglia della zona parto presi come buon auspicio il pianto di un bambino nato in quel momento. Mentre l’ostetrica mi poneva le domande di rito ero entrata in stato preconfusionale e a un certo punto alla domanda “altezza?”, poiché seguiva immediatamente alla domanda “medico curante?” ritenni di dover dare l’altezza del Vic e dissi quindi: “tipo me”. L’ostetrica scoppiò a ridere e lo raccontò evidentemente ai colleghi, tanto che quando mi misero in sala travaglio ogni tanto qualche buontempone si affacciava chiedendomi: “di che colore ha la barba il suo medico?”. Naturalmente fu un falso allarme, i dolori non avevano nulla a che fare con il dolore del travaglio per cui firmai e ce ne tornammo a casa. Fui contenta però, perché avevo avuto modo di misurare il posto, vedere le facce dei medici, sentire che aria tirava.

 

© Ludovica Amat, riproduzione vietata

14 pensieri su “STORIA DI PANCIA 6 – La prova generale

  1. gatta

    che ridere Ludo! “Tipo me”, avrei potuto dire altrettanto io che mi agito persino dal dentista!! è un periodo in cui sono circondata da amiche in attesa…mi sa che sto somatizzando i loro sintomi! Oggi ho “voglia” di latte condensato, sarà normale?

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  2. Nontiscordardime

    …a me quando chiedono “altezza” dico sempre di chiamarmi per nome.. il titolo non è necessario.. 🙂
    Comunque ..per tornare al parto.. ma è vero che usano quelle forbici tipo trinciapollo per …hem.. preparare l’uscita del pargolo? A me questa cosa mi ha sempre fatto una gran paura …infatti non comprerei mai un trinciapollo!

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  3. liquirizia

    @Nonti, glissiamo per favore sul trinciapollo? All’ascolto ci sono ragazze da marito potenziali mamme ma fortemente impressionabili. Grazie!

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  4. gatta

    Aiuto! chiederò lumi alla mia amica che ha appena partorito! Anzi, do il benvenuto a Diana, che il mondo sia tuo!:)

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  5. Nontiscordardime

    sentite.. a me è stato detto che danno un taglietto in quel punto per aiutare non certo per far del male.. anche perchè pare che non siate fate di gomma.. e quindi il taglio è meglio darlo. Scusate la crudezza delle parole. Per fortuna non posso verificare su di me! 😛
    Oh.. comunque.. si parla della nascita di un bambino.. e che sarà mai in confronto a questa meraviglia!! …scusate l’argomento… 🙁

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  6. Giobbi..

    Tranquille ragazze, la gioia della nascita di un bambino cancellerà trinciapolli, tagli e sofferenze. Altrimenti figli non se ne farebbero più, non credete? Ma se volete la favoletta c’è sempre chi ve la racconta col sorriso. Colpa delle favole se le future mamme cascano dal pero e non sanno mai cosa le aspetta? Un tempo, con meno novelle e più realtà, si viveva in mezzo ai bambini e le idee erano più chiare.

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  7. ludovica amat

    ehm. vabbè, dai. a voi di balle non ne posso raccontare. certo che c’è stato il trinciapollo. ed è stato utilissimo, più che per la primaria funzione, per il fatto di avermi materialemente dimostrato quanto nella vita la percezione delle cose sia molto ma molto relativa. tipo che se cucendo un bottone mi pungo un dito faccio delle scene pietose mentre quella volta, col trinciapollo, l’unica cosa che sentii fu cling. cioè il rumore. gatta? gattaaaa? ecco, è svenuta.

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  8. Nontiscordardime

    Ih…le stesse cose che mi ha detto la mia amica Luisa!! Mi ha detto che quel “cling” è stata una vera liberazione e che è meglio un taglio netto che uno …regalato da madre natura… mi sento onorato di hem.. aver partecipato a queste intimità. Del resto è la mia migliore amica.. 🙂 In quanto ad un tempo…mi ca è vero che le donne di un tempo fossero così preparate.. Mia mamma mi ha raccontato che mia nonna ha pianto quando suo marito è partito per la guerra: non sapeva come portare a termine il bambino senza la presenza del nonno.. In pratica credeva che la pancia avrebbe continuato a crescere solo se loro due fossero rimasti uniti! Ah..e mia nonna era anche m&ælig;stra.. con questo vi ho detto tutto..

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  9. gatta

    Cosa? mmm, sì… cosa? scusate, mi sono appena ripresa dallo svenimento… ma perchè sono sventuta? forse rileggendo i vecchi post…
    Cos’è questo cling? Cosaaaaaaa! CLING!!!!!!!!! Oh mon dieu,sveeengooo

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  10. Giobbi..

    E no, è il papà che sviene! A voi non è concesso, il lavoro si deve concludere col vagito del nuovo nato. ^_^

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