Quando un saggio può essere molto divertente e istruttivo. Questo è il caso di Signore e signori d'Italia della sociologa Gabriella Turnaturi. Più che un libro di buone maniere, è la storia delle buone maniere negli ultimi 150 anni. Ancora una volta, si scopre che dietro il bon ton c'è sempre una ragione politica o sociale. La gentilezza, a parte essere un dovere estetico prima che etico, è fin dall'antichità quasi sempre un modo che i potenti usano per intruppare i sottoposti. Il libro della Turnaturi inizia con il Trattato della vita elegante di Balzac e così scopriamo che tutti i grandi scrittori e grandi sociologi, come Norbert Elias, si sono dedicati a capire il perché di questo proliferare, di decennio in decennio, di libri o manuali del buon comportamento. Durante il fascismo, ci spiega l'autrice, spuntarono come funghi sotto falso nome scrittori che spiegavano come dovevano comportarsi le giovani italiane e i giovani italiani. La donna era, doveva essere, non poteva che essere che madre. Nel Sessantotto c'è il grande squinternamento delle buone maniere, quasi tutto è permesso, non rimane traccia del baciamano ma iniziano i rapporti tuistici, e i rapporti amorosi da rapporti proibiti diventano rapporti liberati. Ormai, ci sono regole di comportamento anche per gli amanti, che prima non è che non ci fossero, ma non potevano essere regolamentati in un libro. Inizia percui l'epoca del galateo disinvolto. Il saggio finisce con una meravigliosa immagine del carcere di Bollate a Milano, dove la direttrice, Lucia Castellano, ha preteso che siano rispettati i diritti dei detenuti e a loro ci si rivolga con la parola signore o signora. E' attraverso la pratica del rispetto e della buona educazione che si permette comunque ai detenuti di sentirsi ancora dei cittadini. Insomma, a parte la gioia di avere incontrato Anny e Ulisse, un signore e una signora squisiti, presentare il libro di Gabriella è stata una bella avventura, e in più ho imparato, divertendomi, tantissime cose.
Ed in più ho incontrato, bellissimi, Anny e Ulisse.
6 la nostra fata..Lina. Il destino ha annodato le nostre solitudini nel tuo sito. Il passato è passato, il presente splende, del futuro non è dato sapere. Grazie Lina!