Come si fa a risparmiare, in tempi in cui tutto è in aumento, tranne i nostri soldi? Vi segnalo in proposito tre verbi, che troverete sviluppati nel libro Basta Poco (Einaudi): camminare, conservare e conversare. In comune hanno il passaggio dalla schiavitù delle cose a una scelta di libertà, semplice e innanzitutto non ossessiva. Prendiamo l’automobile, uno dei simboli del progresso dell’intero Novecento, che oggi ci angoscia per il traffico, il parcheggio, l’inquinamento. E per i costi, a partire da quello del carburante e dell’assicurazione, destinati a crescere continuamente. Bene: il 77 per cento degli abitanti di Manhattan non hanno più l’automobile, e lo stesso vale per il 58 per cento dei residenti a Parigi. Come circolano? Con i mezzi pubblici, in bici, e innanzitutto a piedi. Possiamo farlo anche noi, migliorando ambiente e salute, purché rinunciamo all’uso compulsivo e improprio dell’automobile: il 31 per cento degli spostamenti motorizzati degli italiani avviene su tragitti inferiori a due chilometri. Qui si annida lo spreco. Quanto al verbo conservare, la manutenzione sta tornando di moda. Ribellatevi all’idea che un oggetto, un vestito, un elettrodomestico non sia riparabile: un giro nella Rete vi dimostrerà che si stanno moltiplicando perfino i siti che aiutano ad aggiustare le cose. E i dieci mestieri che daranno più occupazione nei prossimi sette anni hanno in comune la stessa parola: manutenzione, delle cose e delle persone. Il ritorno alla conversazione, un’arte (e un piacere) nata in Italia, è invece l’antidoto migliore all’abuso di Internet, specie per i nostri figli e nipoti. L’universo del web contiene straordinarie opportunità di rapporti e di conoscenze, ma con un uso eccessivo dei gadget elettronici si rischia di peggiorare la memoria, la concentrazione, l’approfondimento. Il sonno e gli affetti. E si rischia di sovrapporre il virtuale al reale: mi ha colpito il fatto che in Inghilterra quasi il 40 per cento delle separazioni e degli adii amorosi si consumino attraverso il web. Senza neanche l’attimo dell’emozione per la fine di un amore. Come vedete, Basta Poco per una nuova vita, e può significare tanto. Per saperne di più: www.nonsprecare.it
Siete cicale o formiche? Se un elettrodomestico si rompe, ne comprate un altro o lo riparate? Abbandonate per web?
Cicala cicala, quindi per difendermi da me stessa lavoro in ambito finanziario.Se un elettrodomestico si rompe lo riacquisto più nuovo, più bello (se non è piu in garanzia), il costo delle riparazioni, come di qualsiasi manutenzione è esorbitante e non conviene per oggetti fabbricati in Cina &Co. Per l’auto sono d’accordo senza, li risparmio molto per scialacquare altrove. CC
Sono “forcala”o”cimica”. Gli elettrodomestici cerco di farli riparare,se ha un senso farlo,se quelli che andrei a sostituire sono meglio di quelli nuovi. Autotrasporti carenti nella mia città,niente metro,con la quale giro benissimo dove la trovo,ma le attese alle fermate e le tradotte strapiene mi fanno preferire l’auto. Quanto al web è un passatempo che tengo nei limiti e che talvolta mi annoia anche un po’.Preferisco i libri.
Formichissimo. Conservo tutto, dallo spruzzino al calzino che riutilizzo in altri ambiti. Basta un pò di fantasia e lo spruzzino per i vetri è utile al mare o sulle piante (che ancora non ho ma ho gli spruzzini almeno, ne volete?) al pedalino che diventa una presina. Gli elettrodomestici me li aggiusto da me. Datemi un cacciavite e vi riparerò il mondo! 😀
Ero una cicala, son diventata una via di mezzo. Risparmio dove posso, ma se le riparazioni costano poco meno del nuovo… allora compro il nuovo. Per l’auto non risparmio niente, ho le giornate occupatissime, con i mezzi sbrigherei solo 1/4 delle faccende! Internet? Solo un passatempo, riesco ancora a spegnere il pc. 😉
vivo da formica .ma rivendico il diritto di essere cicala dentro!!!!!
io sono cicala dentro, ma ho un figlio formico che mi costringe a comperare pezzi di ricambio di elettrodomestici che hanno 40 anni, ultimamente pero’ la lavastoviglie non si poteva riparare e quindi ho cicalato alla grande.Anche il mercato e’ deleterio, come avete fatto voi con il decoder? io ho dovuto buttare un televisore che avevo in cucina perche’ non aveva la spina scart (si scrive cosi’)funzionava benissimo da 20 anni, che rabbia!
vivendo a Milano, prendo sempre i mezzi, ho una macchina anzianotta che appena muore non sara’ sostituita, tanto ci sono i taxi e i mezzi, ma ho amiche che non salirebbero mai sul metro’ o sul tram, la cosa gli fa’ orrore, giuro che non le capisco, un bacione a tutti.
@ancamali Sei adorabile!
p.s. per i libri sono una cicalona,ma non mi sento in colpa.
ho inviato prima della firma, aribacione.
Uhm, quindi significa che l’obbligo di registrazione per poter postare è andato di nuovo a farsi friggere?!
@Matteo: Grazie!!!!
(non sai da quanto tempo non me lo sento dire) :-))
(Con quella faccina deliziosa, com’è possibile?!)
Ma è un tentativo di approccio?
Sono affari nostri.
adesso che si è mostrato…chi lo tiene più?
Io di solito sono morigerata ma quando mi gira la ciribiricoccola…
Molto bella e reale questa discussione tra cicale e formiche. Solo una raccomandazione: niente ossessioni. La sobrietà é una scelta di libertà.
A chi vive a MIlano posso solo dire, da romano: beati voi! Avete mezzi pubblici che funzionano e girare in auto in centro é un puro spreco.
Sono una inarrestabile formichina. Risparmiare è il mio divertimento, mia sorella Viviana è come me, nostra sorella grande è una cicalona inarrestabile, l’educazione dunque non c’entra è un fatto caratteriale. Nel contempo sono generosissima, regalo tutto e interpreto la vita come una dare e non come un avere. Mah!
Di solito le formiche non sono generose, occupate ad ammassare per i tempi bui. Sono poco simpatiche (pungono e invadono tutto).
Preferisco le vacanziere cicale annunciatrici d’ estate, e cieli blu e allietano le vacanze con il loro melodioso frinire. Per il raccolto si vedrà, domani é sempre un altro giorno. CC
Io sono da sempre abituato a vivere senza soldi in tasca. Ho iniziato a lavorare tardi e i miei genitori, molto all’antica per certe cose, non contemplavano spese diverse dall’indispensabile. Ora che mi sono messo un po’ in carreggiata, ho fatto la follia di comprare casa e così continuo a vivere praticamente con nulla. Essere formichina per me non è una scelta.
Vengo da una famiglia di grandi risparmiatori tutti tranne me (inorridiscono di fronte ai miei esborsi). Certo non sono mai senza soldi ma tanti ne entrano e tanti ne escono allegramente e chiudo la partita contabile in pareggio. @Matteo non é follia comprarsi casa, anche se sei senza liquidità, chi é titolare di un immobile é un possidente -sempre che tu non abbia un mutuo cannibale-:-) CC
Chi si ricorda dell'”economia domestica”A casa come a scuola era consuetudine. Alle scuole medie mentre i maschi fcevano applicazione tecniche le femmine andavano in un’altra aula a imparare l’economia domestica. A casa, le donne davano l’esempio quotidiano: COSA, QUANDO, QUANTO. Non è solo risparmio, è uno stile di vita:piccole cure per sé e per gli altri. Senza fanatismi.
Cosa, quando, quanto, è il riassunto della mia infanzia e adolescenza, grazie per avermelo ricordato Silvia.
@CC L’inesperienza, purtroppo, si paga cara.
A proposito di ricordi. Ricordate la nonna che arrivava a casa e ci ricordava di non buttare il pane? Quando scopro che a Roma finiscono nella spazzatura, ogni giorno, 200 quintali di pane, penso: ridateci la nonna!