Napoli com’era e come potrebbe o meglio dovrebbe ritornare ad essere. La scommessa è di Francesco Serra di Cassano, erede della nobile famiglia per secoli proprietaria dell’omonimo palazzo affacciato su piazza Plebiscito a Napoli.
Un palazzo che è stato testimone e protagonista in numerose occasioni della storia della città e che nelle intenzioni di Serra potrebbe tornare ad esserlo. Per questo ha lanciato la mostra e il libro dedicato a un evento storico come il ballo del 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma. Un evento che fu ovviamente un enorme appuntamento mondano del tempo ricco tdi teste coronate , e grandi capitani d’industria e star dello spettacolo del tempo (da re Juan Carlos , non ancora re,a Onassis a Maria callas) ma che dimostra come anche Napoli allora fosse una grande capitale, un centro cosmopolita e internazionale e che potrebbe tornare a giocare questo ruolo se ci fosse uno scatto d’orgoglio dei suoi stessi abitanti.
Dal 2 dicembre fino al 6 gennaio 2011 nel piano nobile del palazzo affacciato su palazzo Reale, al confine con i quartieri Spagnoli, ora statale e sede dell’Istituto filosofico, si terrà una mostra di 120 foto in grande formato e di documenti che ricorderanno quella irripetibile serata e quello spezzone partenopeo della Dolce vita
Esattamente 50 anni fa, il 3 settembre a Napoli, fu una serata calda e leggermente umida. Per celebrare le regate olimpiche di vela che si tenevano nel Golfo, si tenne quello che fu definita la festa del secolo nel settecentesco palazzo Serra di Cassano.
Quella di Francesco Serra di Cassano, non vuole essere un’operazione nostalgia ma un ardito tentativo di rilanciare l’immagine internazionale di Napoli offuscata dalla camorra dalla corruzione e dalla spazzatura, proprio nel cinquantenario delle Olimpiadi e alla vigilia dei150 anni dell’Unità di’Italia
Ma che cosa ebbe di così speciale quel ballo?
Bisogna partire proprio dal palazzo in cui si tenne la festa. Quello dei Serra di Cassano in via di Monte di Dio a Pizzo Falcone, è sempre stato un luogo simbolico nella storia della città. Durante la rivoluzione dei “giacobini ” del 1799 contro i Borboni fu la sede dei patrioti, intellettuali, scrittori, intellettuali, come Eleonora de Fonseca Pimentel, Luisa Sanfelice e residenza di Gennaro Serra di Cassano,
Con la restaurazione e il ritorno del re, grazie all’ammiraglio inglese Orazio Nelson, i ribelli finirono tutti sulla forca nella piazza del Mercato. In segno di lutto e di disprezzo per il tradimento della Corona don Luigi Serra di Cassano il 20 agosto del 1799, fece chiudere per sempre il portone che si affacciava sulla reggia da cui uscì Gennaro per l’ultimo viaggio per il patibolo. E quel portone non è mai stato più riaperto. Una sola eccezione, due secoli dopo, e per un solo giorno, il 25 aprile del 1994, festa della liberazione e per celebrare le speranze nate con la prima elezione del sindaco Bassolino.
«Se Napoli mostrasse finalmente segni di ripresa e di riscatto», è l’idea del Serra di Cassano di oggi, «potrebbe essere l’occasione di riaprire definitivamente il fatale portone e fare del palazzo il centro ideale della riscossa e della speranza per il futuro».
Col portone chiuso anche i titolati mille invitati alla festa di quel sabato 3 settembre 1960, giorno di Santa Clelia, entrarono dal portone secondario che dà su via Monte di Dio. Ma l’evento non passò inosservato.
Nella festa fu coinvolto tutto il quartiere. Il duca fece distribuiire soldi alle parrocchie ma chiese di non stendere i panni ad asciugare alle finestre del popolare rione .Verso le 22 puntualissimi come di dovere, il re e la regina di Grecia con i tre figli tra cui Costantino, futuro re e medaglia d’oro della vela olimpica, il conte di Barcellona in esilio a Roma con Juan Carlos, aspirante al trono di Spagna, , la regina Giuliana di Olanda, il re di Norvegia, il granduca del Lussemburgo, le famiglie reali di Svezia e di Danimarca, i duchi di Aosta Orleans e il giovane Aga Khan Karim già interessato alla Costa Smeralda. Dall’india con turbante il Maraja e la Maharani di Djaipur,
Depennati i giovani principi di Monaco Ranieri e Grace per l’opposizione della regina Federica di Grecia «non desidero incontrarmi con un’attrice che gioca a fare la regina». Ma i due giovani principi innamorati si consolarono subito passando una allegra serata alla trattoria La Cisterna di Trastevere a Roma a mangiare “fettuccine alla papalina” e “pollo alla fiamma olimpica” accompagnati dagli stornelli romaneschi cantati da un’orchestrina in costume ciociaro dell’800)
Anche lo Scia di Persia Reza Pahlavi era atteso ma dovette declinare l’invito perché finalmente la sua terza moglie, Farah Dhiba stava per avere il sospirato erede. Il parterre andava dagli industriali italiani, Umberto Agnelli con la moglie Antonella Piaggio, i Parodi Delfino l’armatore greco Aristotile Onassis appena divorziato dalla moglie Tina e già in compagnia della divina della lirica Maria Callas.
In mezzo, tutta la nobiltà italiana, i Borbone, gli Orsini, i Pallavicini, gli Sforza Ruspoli, i di Robilant, i Boncompagni Ludovisi, i Chigi Albani e secondo alcuni anche Maria Gabriella di Savoia, figlia di re Umberto II. Sicuramente parteciparono Edda Ciano la figlia di Mussolini, e i principi Bismark.
Gli uomini erano tutti in smoking nero tranne qualche smoking bianco (Juan Carlos che proprio quella sera conobbe e scelse la futura sposa Sofia, la figlia di re Paolo di Grecia).
Le signore in abiti sartoriali delle maison più blasonate dell’epoca, Roberto Capucci, le sorelle Fontana,la romana Zecca di via Ludovisi e Concettina Buonanno, sarta della Napoli bene. Ben tre orchestine al ritmo di rock and roll e di cha cha cha ma la star musicale fu il giovane Peppino di Capri. All’alba Costantino, Juan Carlos e gli altri giovani fusti blasonati lasciarono tranquillamente il palazzo e andarono a vedere l’alba sul lungomare raggiungendo via Caracciolo. A piedi, senza guardie del corpo, senza paparazzi, tra strade sgombre da auto e dalla spazzatura.
Il 9 dicembre il libro e l’iniziativa verranno presentati a Milano allo spazio Krizia Presentati da Lina Sotis poi, il 17 dicembre sarà la volta di Roma (alla Fondazione Memmo di Palazzo Ruspoli. L’evento dovrebbe ripetersi anche a New York dove ha già avuto il plauso del sindaco Bloomberg.
E’ il libro che ho presentato ieri allo Spazio Krizia. E’ andata bene, però Nonti mi è mancato, la prossima volta ve lo dico. Ciao
Che storia! Altri tempi, andati forse.
Mi fa venire in mente una p&œlig;sia di Aldo Palazzeschi ‘A Palazzo Oro Ror’ alcuni dei suoi versi recitano così: (…)L’orchestra soltanto si sente.
Si perde il vaghissimo suono
confuso fra muover di serici manti (…).
Che serata!
Altro che ballo a Napoli adesso c’è solo monnezza.
Napoli purtroppo anch ese bellissima..mi delude sempre…promette mari e monti ma ponti ti lascia solo amaro in bocca,peccato..passerò le feste lì..speriamo che mi smentisca!
Maria Chiara, il premier ha detto che in due gg leva la monnezza. Ci farai sapere qualcosa?